Superyacht presentati nei saloni nautici autunnali 2021 – produzione 2022
Se per il settore della nautica italiana in generale si prevede per il 2021 una crescita di oltre il 20%, quello dei superyacht non fa che confermare una tendenza di crescita costante che ha portato negli anni i cantieri italiani ad essere leader della produzione mondiale, con quasi la metà degli ordini. Per la precisione il 49,6%: significa che sono di fabbricazione italiana 407 yacht su un totale di 821. E, per il futuro, le prospettive sono decisamente ottimistiche, con portafogli ordini che, per molti, copre il prossimo triennio e anche di più.
Tutto questo grazie alla qualità e all’unicità del nostro prodotto che, anno dopo anno, sa innovarsi sia dal punto di vista del design sia da quello tecnologico, così da incontrare i nuovi gusti, desideri, esigenze degli armatori più diversi e andando a intercettare anche i nuovi ricchi provenienti da paesi come Cina, Medio Oriente e India. In questo contesto, i nuovi yacht visti ai saloni di Cannes e Genova dello scorso settembre danno alcune indicazioni sui nuovi trend che si stanno delineando in questo comparto, a partire dalla sempre maggiore differenziazione tipologica.
Parliamo, quindi, di navette ed explorer nelle varie declinazioni che si affiancano ai classici motoryacht o yacht veloci e sportivi. Nonostante si tratti di yacht diversi, su tutti abbiamo notato la crescente presenza di superfici vetrate sempre più ampie, che valorizzano notevolmente la vivibilità degli interni ma, al contempo, pongono seri problemi strutturali che richiedono capacità di ideare nuove soluzioni progettuali, anche alla luce della costante evoluzione tecnologica. Anche la sistemazione degli spazi poppieri, ampi e vivibili, con soluzioni atte a renderli vicini al mare e facilmente fruibili (spiaggette apribili, pedane mobili, garage) è ormai un trend consolidato un pò su ogni yacht.
Molte novità le abbiamo notate soprattutto nella fascia fino ai 40 metri, dove l’obiettivo di maggiore volumetria interna è stato raggiunto con l’utilizzo di motorizzazioni IPS multiple che permettono di compattare la sala macchine, mentre l’eliminazione di uno o entrambi i camminamenti laterali sul ponte di coperta permette di ottenere un salone a tutto baglio con molti metri quadrati in più.
Rimanendo su questa taglia di yacht, le nuove proposte si sono concentrate sulla tipologia explorer, dove la classica prua alta spesso ospita la cabina armatoriale che gode di una posizione più o meno avanzata, ma sempre riservata, e vista mozzafiato. Un trend che abbiamo visto ripetuto con varie declinazioni e anche su altre tipologie di yacht. Infine, passando agli interni, abbiamo notato arredi mediamente più caldi e meno asettici, in cui l’armatore e i suoi ospiti possano sentirsi come a casa. Forse la moda del design minimalista con arredi razionali – e poco marini – che tanto è andata di moda negli anni scorsi è finalmente alle spalle.
di Andrea Mancini
Superyacht
Lungh. m | Stazza GT | Cantiere/modello | Carena | Largh. m | Disloc. tonn | Cabine | materiale | motori |
27,60 | 95 | Sanlorenzo/SL 90A | S | 6,50 | n.c. | 4+2 | VTR | 2×2000 MAN |
35,54 | 250 | PerMare/Amer 120 | S | 7,40 | 150 | 5+3 | VTR+AC | 4×1000 Volvo P. |
36,60 | 299 | CPN di Ancona/K584 | T | 8,25 | 298 | 5+3 | AC+AL | 2×800 MAN |
36,80 | 297 | Benetti/Motopanfilo | T | 7,80 | 230 | 5+4 | VTR+C | 2×1400 MAN |
38,22 | 300 | Azimut Yacht /Trideck | SD | 7,98 | 190 | 6+4 | VTR+C | 2×2600 MTU |
39,23 | 453 | Cantieri delle Marche/Aurelia | T | 8.60 | 392 | 4+4 | AC+AL | 2×1000 CAT |
NOTE: carena: S (spigolo), T (tonda), SD (semidislocante) – Materiale costruzione: AC (acciaio), AL (alluminio), C (carbonio), VTR (vetroresina)
Azimut Trideck
Con 38 metri di lunghezza fuori tutto Azimut Trideck è la nuova ammiraglia di Azimut Yacht. In realtà, il suo nome completo è Azimut Grande Trideck + One: + One perché ha un inedito ponte extra in aggiunta ai tre tradizionali, intermedio tra Main e Upper Deck, che completa un effetto ottico di terrazze a cascata che dall’alto del Sundeck scendono fino a toccare il mare. Si tratta di un nuovo spazio a poppa, la Sea View Terrace, una terrazza flottante di 30 mq che sembra rimanere sospesa nell’aria a due metri dall’acqua. Questo layout inedito si completa con altri spazi affacciati sul mare (Sun Deck, una zona dining esterna sull’Upper Deck, la Beach Area) e, per quanto riguarda gli interni, opera di Achille Salvagni, con una configurazione a cinque o a sei cabine ospiti in cui le varie aree della barca diventano l’estensione una dell’altra per essere vissute senza il vincolo della loro specifica funzione originaria.
Nonostante i tre ponti, il design esterno, opera di Alberto Mancini, mantiene il tratto sportivo che offre una sensazione di grande dinamismo, compito difficile su uno yacht di 38 metri e tre ponti che rischiava di risultare massiccio nell’aspetto, considerando anche i suoi volumi interni. Il risultato complessivo è quello di uno yacht dalle linee dinamiche, moderne e, allo stesso tempo, eleganti, come si conviene a una grande ammiraglia. Per Azimut Trideck, Pierluigi Ausonio e il dipartimento di Ricerca e Sviluppo di Azimut Benetti hanno ulteriormente sviluppato la carena semi-planante D2P (Displacement to Planing) che permette un’elevata efficienza nei range di velocità dislocante e planante, nonché un grande confort. Con la motorizzazione da 2600 HP, Azimut Trideck ha registrato una velocità massima di 24 nodi con un range di 700 miglia a 19 nodi e di oltre 1700 miglia a 12 nodi.
Cantiere delle Marche Aurelia
Con i suoi quasi 40 metri di lunghezza, Aurelia è il primo yacht della nuova serie Flexplorer del Cantiere delle Marche. E, come tutti gli yacht del cantiere, Aurelia ha tutte le caratteristiche di un explorer vessel. Quindi, consumi bassi e autonomia alta, comfort elevato, sicurezza di navigazione, con alcuni elementi assolutamente innovativi. A partire dalla gru che si solleva dal lungo ponte di poppa per il varo e l’alaggio di un tender di quasi 10 metri. Si tratta di una struttura a ponte di derivazione navale, interamente in carbonio, con una capacità di 3,5 tonnellate. Quando non serve, la gru è interamente nascosta nel ponte stesso la cui superficie può essere allestita con lettini, divani e poltrone, nonché ulteriormente ampliata abbattendo due porzioni di impavesata. E, con i “balconi” abbassati il pozzetto arriva a una superficie di ben 115 metri quadrati! Altra caratteristica innovativa di Aurelia è l’asimmetria del ponte principale il cui salone incorpora il camminamento laterale di dritta. In tal modo, questo ambiente è ancora più̀ ampio e beneficia di una spettacolare vista sul mare grazie a grandi finestre laterali a filo scafo. Più in generale, il layout dello yacht prevede 4 ampie cabine per gli ospiti, tra cui quella armatoriale a prua del ponte principale, mentre i 6 membri di equipaggio dispongono di alloggi sul ponte inferiore dove sono stati realizzati anche spaziosi locali di servizio, comprese capienti dispense per affrontare lunghe navigazioni. Il tutto è opera di Francesco Paszkowski che, in collaborazione con Margherita Casprini, ha poi disegnato un arredo molto originale, in stile “loft newyorchese” che genera una atmosfera calda e sofisticata al tempo stesso. Tutta l’ingegneria è invece opera di Sergio Cutolo che, con il suo studio Hydro Tec, è un collaboratore storico del cantiere. Sua la carena dislocante con bulbo prodiero e prora alta e svasata verso l’alto per mantenere la coperta asciutta anche con mare mosso. Con due robusti Caterpillar da 1000 HP Aurelia raggiunge 14 nodi, ma soprattutto ha un’autonomia di oltre 5000 miglia alla velocità di crociera di 10 nodi. Come si richiede ad un vero explorer.
Amer 120
L’Amer 120 presentato a settembre dal Gruppo Permare è la più grande nave da diporto al mondo quadrimotorica motorizzata con IPS. Una scelta che, oltre a stabilire un primato, permette agli yacht Amer di consolidare la vocazione per consumi ridotti e alto comfort di bordo, caratteristiche che insieme alla grande affidabilità ne fanno barche estremamente apprezzate per il charter.
Progettato dall’ingegner Andrea Ramasco (gruppo Permare) per quel che riguarda gli esterni, da Stefano Tini per gli interni e dallo studio Verme per l’ingegneria, come vuole tradizione Amer anche il 120 presenta nuove soluzioni tecnologiche e costruttive. Una su tutte, la cosiddetta opera di “devritrizzazione”, ossia sostituzione della vetroresina con altri materiali riciclabili a partire dal frame metallico che ingabbia le vetrate delle sovrastrutture e, allo stesso tempo, è una struttura portante. In questo modo la nave è stata alleggerita di 4 t e le superfici vetrate sono state portate a quasi 100 mq complessivi. E poi, altre novità e plus, come il sistema di ormeggio assistito o le maniglie intelligenti, senza dimenticare le soluzioni finalizzate a una maggiore sostenibilità dello yacht, come l’utilizzo di materiali eco per gli interni (teak rigenerato, rivestimenti interamente riciclabili in lana e cellulosa compattata) o la particolare attenzione all’illuminazione e ventilazione naturale. Tutti aspetti che fanno parte del DNA del cantiere.
Sanlorenzo SL90A
Ultimo arrivato della serie “Asymmetric”, l’SL90A di Sanlorenzo consolida in dimensioni più contenute il tema dell’asimmetria su uno yacht al di sotto dei 30 metri, mantenendo sulla coperta il solo passavanti di dritta ed eliminando quello sinistro, che viene portato sul ponte superiore. In questo modo il salone è più ampio e luminoso grazie alle vetrate laterali a tutt’altezza che, sul lato sinistro, affacciano direttamente sul mare. Anche grazie a questa configurazione il layout permette di avere sul main deck la cabina armatoriale e il salone alla stessa quota, soluzione normalmente presente su imbarcazioni di dimensioni maggiori. In particolare, è molto interessante l’uso del cambio di livello all’interno di uno stesso ambiente al fine di ottenere una differenziazione funzionale. Come, ad esempio, nella suite dell’armatore dove il letto, la toilette e la cabina armadio sono, ciascuno, su un diverso livello. Oppure come la plancia, che si alza dal main deck pur rimanendo in comunicazione con il salone. Tutte soluzioni elaborate dallo Studio Zuccon che, artefice del design sia degli interni sia degli esterni, ha poi previsto arredi caldi e confortevoli che rendono gli ambienti eleganti e intimi allo stesso tempo. Tutto per uno yacht dallo stile classico con prestazioni di rilievo grazie a due motori da 2000 HP che spingono l’imbarcazione fino a 29 nodi di velocità massima.
Benetti Motopanfilo
Con il suo Motopanfilo, Benetti si richiama espressamente al suo glorioso passato quando proprio i suoi tipici yacht degli anni ’60 erano quei panfili eleganti e ricchi di fascino, palcoscenico del jet-set che animava l’epoca della Dolce Vita. Motopanfilo, però, non è il restyling di un prodotto di successo, ma un progetto “di oggi”, un classico proiettato nel futuro. Parliamo di uno yacht dislocante di 37 metri in vetroresina e composito con soluzioni tecniche e stilistiche d’avanguardia. Ad esempio, il desiderio di riscoprire e reinterpretare gli elementi tradizionali dei motopanfili di una volta trova il suo culmine nello specchio di poppa completamente integrato nel volume dello scafo, come le classiche poppe tonde degli anni ‘60, ma diverso nella forma che deve rispondere alle esigenze degli armatori di oggi e offrire un grande beach club. Oppure, il desiderio di riscoprire e reinterpretare gli elementi tradizionali dei motopanfili – in primis un design marino – ha portato a scandire gli interni con bagli a vista che simulano lo scheletro di una balena. Per quanto riguarda il layout, la suite armatoriale è posizionata a prua del ponte principale, mentre quattro comode suite per gli ospiti sono sul ponte inferiore. Il tutto è opera di Francesco Struglia che ha firmato l’exterior design in collaborazione con Benetti, mentre lo studio Lazzarini Pickering Architetti ha collaborato con il cantiere nella progettazione degli interni. L’allestimento completo, in coperta e sottocoperta, è firmato invece Loro Piana. Infine, la carena dislocante, progettata da P.L.A.N.A. (PierLuigi Ausonio Naval Architecture), permette allo yacht una velocità massima di 16 o 18 nodi a seconda dei motori scelti, con un’autonomia di 3.800 miglia alla velocità di crociera di 10 nodi.
CPN K584
Design originale e “military style”, esaltato dal colore grigio tipico appunto delle unità militari: stiamo parlando di uno yacht decisamente non convenzionale, a partire dal nome scelto – K584 – che viene ricordato sullo scafo stesso con una “K” rossa stilizzata che campeggia a prua. Si tratta di un explorer polivalente, moderno ed elegante, costruito dai cantieri CPN di Ancona di proprietà della famiglia Belardinelli per un armatore appassionato delle immersioni professionali. Proprio per svolgere questa attività in completa autonomia nei luoghi più remoti, K584 è dotato di grandi locali tecnici dedicati alle immersioni e dotati di tutta l’attrezzatura necessaria. Compreso, ovviamente, un grande tender gestito da una gru HS-Marine da 2,0 tonnellate. Per il resto, gli interni sono estremamente confortevoli e accoglienti, a partire dal grande salone sul main deck. Il ponte superiore ospita, a poppa, la suite armatoriale, mentre per gli ospiti sono a disposizione tre cabine sul ponte inferiore e una Vip sul main deck. Per quanto riguarda gli aspetti più tecnici, K584 è un explorer purosangue con le tipiche caratteristiche di grande marinità e solidità (scafo in acciaio e sovrastrutture in alluminio), velocità massima modesta (di poco superiore ai 14 nodi) e consumi ridottissimi per un’autonomia di 6000 miglia a 10 nodi. Al progetto di K584 hanno lavorato in tanti, a partire dal team di Yachting Expertise, guidato da Gianluca Fenucci e Antonio Longobardi, che si è occupato dello sviluppo generale del progetto e di tutti gli aspetti tecnici, mentre gli interni sono opera dell’architetto Pierluigi Floris e gli esterni dello studio Vallicelli.